Lorenzo Suding racing diary #17: il miglior modo di festeggiare una lunghissima stagione – Seconda parte
In Sardegna mi ha invitato Cristiano Mastino del team Spakkaruote per la Axo Cup a Carbonia, sul Monte Leone. Non sapevo cosa aspettarmi, ma me la immaginavo come una garetta tranquilla. In Sardegna ci sono stato già parecchie volte, ma purtroppo è passato tanto tempo da allora. Mia madre è di Ulassai, in provincia di Nuoro e dall’ultima volta che siamo stati nel nostro appartamento sardo sono passati almeno cinque anni. Negli ultimi anni tante cose sono cambiate. Noi figli, mia sorella ed io, siamo cresciuti e andati nelle nostre direzioni. Lei negli studi di medicina, io nel downhill. Quindi le vacanze non sono rimaste le stesse, io sempre in giro a gareggiare, lei vive a Monaco, in Germania. I miei invece vivono al Cairo. Sette anni fa, tutto era più facile e vivendo insieme e avendo le vacanze come delle persone normali ci potevamo godere una settimana o due in Sardegna. A volte questo sport può veramente seccarti. Ma questa volta mi ha invece dato l’opportunita di farmi una bella vacanzetta, se posso descriverla in questo modo, nella bella Sardegna.
Il venerdì mi sveglio alle 5 per prendere il volo delle 11.30, ma purtroppo l’aereo aveva un ritardo di 5 ore. Non avevo né il portatile, né un cellulare tecnologico, né un libro da leggere. Il tempo l’ho passato facendomi prestare una pena e un po’ di carta, per scrivere le cose che dovevo fare e le mie idee per piccoli progetti a casa. Era solo strano che non mi irritavo che Easy Jet abbia fatto un casino, e così sentivo che tutto lo stress della stagione agonistica era svanito ed ero completamente rilassato. Sono arrivato alle sei e mi è venuto a prendere Cristiano per portarmi subito al campo gara. La gente mi salutava con tanto simpatia e mi sentivo subito al mio agio. Purtroppo non ero riuscito a montare la mia bici in tempo per allenarmi, ma a dire il vero non ne avevo proprio voglia di girare. Invece il giro a piedi l’ho fatto per vedere di cosa era fatta la pista.
La risalita era molto divertente perché eravamo su un pick-up caricatissimo su una stradetta quasi da off-road, e in più tirava due ragazzi in bici con della corde! Scendendo dalla pista, e ogni tanto saltando fuori dal tracciato perché arrivava un rider, notavo che la pista era tutta fettuciata precisa, con le curve numerate e ben curata. Mi è rimasto impresso che non mi sembrava peggio organizzata che tante tappe di Coppa Italia. L’arrivo era molto bello e ben concepito, con tutti i salti, sponde e i piloni “Finish” che faccevano molto racing style!
Dopo aver montato la bici, mi hanno portato Lupus e Silvi in albergo a rinfrescarci prima della cena. Ero in camera con Bugno e Arduino di Argentina bike e dopo la doccia siamo andati in camera da Luca Masserini e Matteo Cappè, gli uomini di Tutto mountain bike. Con il loro grande camper siamo andati a cena in centro a Carbonia e parcheggiarlo mi sembrava abbastanza complicato. Dopo una buonissima cena che ci ha lasciati pieni come una cipolla, siamo usciti al “Fusion” a berci un cocktail e iniziare a goderci la vacanza. Il locale era pieno di ragazzi vestiti bene e sembrava che fossero su un altro livello, di quelli che vedo in giro per Aosta. Anche Bugno notava quanto siano precisi (e quanto sono tope le ragazze. Ahaha!)
Sabato mattina ci siamo svegliati presto per andare al mare. Se non sbaglio eravamo a Porto Scuso. Ci ha raggiunti anche il nostro amico Jack Bisi, Federico e un altro ragazzo di Torino. Passano due ore di sabbia bianca e mare blu e ci sentiamo arrostire. E’ giunto il momento di andare a pranzo. Antipasto misto di mare con cozze e poi il risotto ai frutti di mare, e il bello è che abbiamo pagato solo 10 € grazie alle grandi dote da PR di Luca. Not bad…
Ci siamo diretti al campo gara al Monte Leone per fare il primo “foto shoot”. Il sole era fortissimo e il cielo blu, le nuvole che due giorni fa portavano pioggia per fortuna sono passate. Ci siamo vestiti , abbiamo caricato le bici e via. Dopo 2 ore di foto coi flash su salti, drop, sponde e altro abbiamo lasciato le bici a Cristiano per tornare in albergo a farci la doccia. Ero un po preoccupato per la gara perche con l’aereo in ritardo e il fotoshooting non sono riuscito a fare più di un giro. Speravo di non fare una figuraccia, ma sapevo che più di tanto non riuscivo a fare con Bugno che conosce la pista perché è stato qui anche l’anno scorso, Zanchi che in più pedala senza fondo e Andrea Delugas che va sempre di più ma… Non ero qui per battere la gente, ero qui perché mi piace la Sardegna e volevo solo divertirmi il più possibile! Da quel punto non ci pensavo più. La cena era in un salotto gigante ed eravamo veramente in mille a mangiare! Non sentivo quasi la mia voce da quanta gente parlava, ma può darsi che ero solo stanco. Mi sono scusato prima della fine della cena perche mi stavo abbioccando a tavola. Sveglia alle 7, fatta la colazione e un giro in camper al campo gara.
Tutti erano radunati intorno all’arrivo e sembravano belli caldi per la gara. A dirvi la verità mi hanno contagiato e mi sono messo in race mode. Purtroppo sono arrivato un po’ tardi alle risalite, il che mi ha concesso solo una prova. Mi sentivo comunque abbastanza bene, speravo solo di farcela per il podio, dato che non conoscendo la pista potrei tirare dritto in una curva stretta. Il più difficile erano le curve ceche. Non sapevo assolutamente cosa aspettarmi. Sapevo di non poter fare più di tanto. Parto ultimo, dietro Bruno Zanchi. Mi sentivo un po’ rigido e l’insicurezza non conoscendo bene la pista non mi gasava tanto, ma il piccolo maniaco dentro di me mi diceva «Se li batti sei un grande…» e proprio in quel momento di concentrazione sbaglio alla grande e butto la prima manche nel cesso. Sono arrivato lungo in una curva un po’ strana e ho lasciato il mio bel Fury in carbonio su una bella pietra appuntita sarda!
Mi alzo in piedi dopo aver arrotolato due volte sulle rocce, mi arrampico su e prendo la bici sotto i piedi, ma sento un bel dolore al polso destro. Pensavo che la prima manche era andata, «cerchiamo di non fare stupidate». Anche se la gara non era troppo importante per me non avevo voglia di finire 13esimo, e se potevo sarei tornato subito a riprovare. Ma dovevo aspettare due ore. Per pranzo ho mangiato solo un grande pezzo di crostata fatta in casa dalla moglie del mio amico Giovanni del Team Zema bike. E quindi ero bello motivato per mostrare a tutto i sardi che ci sono ancora.
Seconda manche: ero tranquillo e pensavo solo al tracciato per ricordarmi dove non devo assolutamente esagerare per farcela senza cadute. L’ordine di partenza è rimasto lo stesso, quindi ero di nuovo su in partenza da solo. Le prime curve le ho fatte strane, ma poi mi sono sciolto un po’ e ho cominciato a guidare come si deve. Solo in fondo sulla curva a sinistra prima del salto del santuario ho esagerato un po’ col gas, che mi ha portato fuori pista entrando in un cespuglio e perdendo tutta la velocità e dovendo ricominciare da capo sul piano del santuario e atterrando bello corto sul salto. Nonostante il mio errore sono finito sul podio come speravo! Tutti erano molto gentili facendomi i complimenti. Siamo andati a mangiare pranzo tutti insieme col buono pasto che ci hanno dato. Il podio era come aspettato dai sardi, super generoso e divertente! Bugno ha fatto l’entrata grandiosa seduto su una moto da cross. Mi gasa quando la gente si scatenano sul podio.
Di sera era programmato il “Jump contest” e avevo deciso di non partecipare che il polso mi doleva, quindi ho fatto il tifo da vero barbaro! Bugno ha fatto un whip e ha staccato la mano sinistra per gentilmente mostrarci il medio! Ahaha, wuuay!!!
Lunedì eravamo piu tranquilli e avevamo solo una cosa da fare: girare in bici sugli scogli e sui muri di roccia formate dalle onde dal mare. Foto shooting a raffica. Quando iniziavo ad evaporare dal caldo mi sono tuffato nel mare. Alla fine della giornata ci siamo rilassati in camera da letto per un’oretta. La mia pelle cuoceva ancora dopo la lunga giornata sotto il sole sardo e quindi una lunga doccia fredda ci stava proprio!
Il martedì foto shooting in un nuraghe bellissimo, a Corongiu Murvonis. La vista era uno sballo, mi sono sporto dal limite del precipizio che andava giù almeno 40 metri e guardava su una pianura quasi lunga quanto l’orizzonte! Quel giorno Matteo ha scattato un sacco di foto fighe in mezzo al nuraghe su delle rocce e strusciando sui cespugli che ti lasciavano pieno di graffi. Il tempo era impeccabile, come lo è quasi sempre in Sardegna. Le foto erano fatte e la giornata diventava buia, e abbiamo fatto il miglio della giornata con Cris, Luca, Matteo, Bugno e Arduino. Abbiamo girato in bici tutto il giorno. A casa a riposare e far le valigie.
La sveglia del cellulare non ce l’ha fatta a svegliarmi il mercoledì. Sento solo un… «Oh, Lorenzo! Non ti sei ancora svegliato?!» Era Cristian Valluzzi che doveva portarci in aeroporto! Mi sono sentito in colpa e ho velocemente smontato la bici per buttarla nel cartone. In machina abbiamo ripreso tutto il tempo perso, e ci accompagnava sua moglie Federica. Grazie e scusa Cris!
Insomma la Sardegna era il miglior modo di togliere tutto lo stress accumulato da una stagione di gare. Con la sua gente sempre cool, la sua tranquillità nell’aria e il suo cielo sempre blu. Grazie a tutti i miei amici sardi, grazie a Luca il pazzo e Matteo il fotografo e grazie soprattutto a Spakkaruote! Ne approfitto per ringraziare tutti i favolosi sponsor che mi hanno accompagnato in giro per il mondo per tutta la stagione, a cominciare da Dytech, che ha messo su un team eccezionale, a GT, alla Regione Valle d’Aosta, Etnies, Formula e Maxxis.
Buon allenamento per l’inverno! Ci sentiamo presto… Wuay!
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Lorenzo ringrazia Matteo Cappè per la foto.
Le puntate precedenti del diario di Lorenzo: #00, #01, #02, #03, #04, #05, #06, #07, #08, #09, #10, #11, #12, #13, #14, #15, #16, #17A.
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