L’UCI vieta le skinsuit e “annulla” i Trade team
L’UCI, dopo le pressanti e ricorrenti voci che si erano diffuse su gran parte dei media online, ha voluto assumere una posizione ufficiale sulle nuove regole da adottare, a partire dal 2009, in coppa del mondo, e che probabilmente si ripercuoteranno a cascata sui regolamenti federali dei singoli Stati, con la creazione di circuiti internazionali che attribuiscano punti UCI per la world cup.
La prima notizia, quella su cui si è polemizzato di più, è il divieto di utilizzo delle cosiddette skinsuit, le tute in lycra attillate, che permettono di migliorare l’aerodinamica dell’atleta, sacrificando l’estetica e l’immagine stessa del downhill. Venivano adottate soprattutto dalle nazionali al mondiale, ma alcuni team su piste veloci lo hanno adottate anche in coppa – Tracy Moseley ha vinto a Fort William e Canberra anche grazie a questo accorgimento – ottenendo indubbio vantaggio. Oltre alla motivazione estetica, la nuova linea di rigore della federazione internazionale, per quanto riguarda le protezioni, ha escluso le skinsuit a favore di pantaloni lunghi rinforzati o corti abbinati a ginocchiere e parastinchi.
La seconda grande variazione è l’obbligatorietà, per accedere ad una singola tappa di world cup, di almeno 20 punti UCI, indipendentemente dall’iscrizione dell’atleta ad un Trade team: in pratica soltanto le squadre nazionali disporranno di un numero limitato di “wild card“, e non più i team affiliati all’Unione ciclistica internazionale. Per correre in coppa l’unico criterio sarà il merito, e non il tesseramento presso un team “commerciale”. Brutta notizia per molti atleti italiani, gran parte dei quali non dispone dei punti necessari per correre nel 2009 in coppa.
Restano in corsa con almeno 20 punti UCI, tra gli italiani, Alan Beggin (32esimo nel ranking UCI, con 332 punti), Marco Milivinti (44esimo, 277 punti), Lorenzo Suding (51esimo, 249 punti), Marco Bugnone (80esimo, 144 punti), Carlo Gambirasio (151esimo, 84 punti), Luca Bertocchi e Bruno Zanchi (170esimi, 72 punti), Davide Michelis (304esimo, 35 punti), Emanuele Vincenzi (332esimo, 30 punti), Paolo Viola (353esimo, 28 punti), Elias Somvi e Samuele Aicardi (409esimi, 20 punti). Rimangono esclusi per due punti Andrea Bruno, Edoardo Franco e Luca Pittino. Tra le donne, Elisa Canepa non ha problemi (è 21esima nel downhill con 426 punti e 18esima nel four-cross con 245 punti), e anche Elisa Fantonetti (77esima con 90 punti) e Federica Perardi (99esima con 70 punti) potranno teoricamente partecipare alla world cup. Nel four-cross, gli unici italiani ad avere i punti necessari sono Livio Zampieri (114esimo con 52 punti) e Federico Ravizzini (174esimo con 20 punti). Nel four-cross vanno ancora assegnati i punti del campionato italiano di Rossana, che permetterà a 7-8 altri atleti di avere i punti necessari per correre in world cup.
Nessuna variazione sulle protezioni, caldamente consigliate ma non obbligatorie, a parte il casco integrale con visiera sia per il downhill, sia per il four-cross: voci insistenti annunciano che verrà introdotta l’obbligatorietà di ginocchiere lunghe e, dal 2010, di paraschiena e leatt brace.
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